L’Infiltrato

Liberthalia

Casaleggio in posa per CHI

“Sono qui perché mi hanno invitato a parlare dei miei temi e non di gossip”

(Gianroberto Casaleggio. 12/09/13)

Per questo l’ermetico Gianroberto, l’uomo che predica la fine dei media mainstream, l’apostolo della rete, ha scelto di mostrarsi al mondo attraverso le pagine patinate di “CHI”, l’austero settimanale diretto da quell’Alfonso Signorini che già si era distinto in eclatanti scoop come l’intervista esclusiva alla nipote di Moubarak.
festa in famigliaTra una tetta di Marina ed un bicipite di Piersilvio, l’ombroso Rasputin del M5S fa il suo debutto in società, entrando nell’album fotografico della grande famiglia allargata del clan burlusconiano.
Niente male per chi fugge dai fotografi ed odia i giornalisti!
E finalmente sembra sorridere felice, dopo l’esibizione al Forum Ambrosetti di Cernobbio tra i “poteri deboli” della finanza internazionale.
I guardiani della riVoluzione, coi puristi dell’ortodossia pentastellata, possono comunque stare tranquilli… Si tratta infatti di una sofisticata tecnica di…

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Il Popolo nella Rete

Liberthalia

White Rabbit by Ri-Tyan

Evocato quasi sempre a sproposito, creato come semplificazione semantica da certo giornalismo minimalista, il sedicente “popolo della rete” sarebbe l’ultima frontiera della democrazia partecipata, nell’illusione che le riVoluzioni si facciano a colpi di like-it su facebook, brandendo il mouse come un randello nel rassicurante anonimato della propria cameretta.
Come questa massa informe di giustizieri digitalizzati, dall’invettiva a buon mercato e la cultura approssimativa, sia assurta ad avanguardia critica e consapevole di una nuova informazione che si vorrebbe “liquida”, ma in realtà giace ingessata in una palude di luoghi comuni, è un mistero chiaro solo ai cantori di una non-categoria, estrapolata dai contenitori poliformi di quel magma virtuale impropriamente chiamato “web”, tra umori mal digeriti e rancori fermentati a diverso grado di ebollizione. Accade così che qualche dozzina o poco più di commenti raffazzonati, pescati a strascico sui social network a portata di click, o inseguendo il cinguettio di twitter…

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Decide la Rete

Il Democratico di Marco Bracconi

Sull’espulsione decide la Rete, sul candidato al Colle decide la Rete, su glutammato nel minestrone decide la Rete. Così recita il mantra della democrazia 2.0, e una certa prigrizia ci porta ad assecondare ambiguità che invece vanno disvelate senza indugi.

La rete dei Cinque Stelle non è la Rete. Sono gli attivisti certificati del Movimento che si esprimono via web. Trattasi di cose un po’ diverse. E l’ambiguità (insistita e voluta)  serve a dissimulare il parere di un numero ristretto e fidato di persone per poterlo vendere in modo truffaldino come il volere dei “cittadini”.

Sia detto chiaro. La Gambaro non sarà espulsa dalla Rete, ma dai militanti del Movimento che voteranno su Internet. Esattamente come Stefano Rodotà non era il candidato presidente della Repubblica scelto dai cittadini, ma il candidato votato da un po’ meno di cinquemila attivisti grillini.

La distinzione è sottile ma decisiva. E rende giustizia a tutti i cittadini che navigano su Internet, che sono anche loro la Rete ma non sono certificati dai nuovi padroni del civismo on line.

Vale a dire da coloro che si riempiono la bocca della parola democrazia, e poi si muovono come se Internet e la democrazia fossero roba loro, invece che di tutti.

(18/06/13)