Gli scherzi telefonici esistono fin da quando Alexander Bell fregò il brevetto a Meucci e si mise a produrre il fortunato aggeggio su scala industriale.
Considerati irresistibili da chi li fa, sono assai meno apprezzati da chi li riceve. E di solito vengono ricordati per quel che sono: un momento condiviso di umana stupidità. Se ne esistono di particolarmente sofisticati, nella maggioranza dei casi non si elevano oltre il livello di minchioneria congenita agli improvvisati autori, che spesso sono burloni troppo cresciuti nella convinzione di essere incredibilmente spiritosi.
Con simili presupposti, gli scherzi al telefono costituiscono da sempre un successo garantito, esteso ormai a trasmissioni radiofoniche e televisive che considerano la pratica come un facile espediente di intrattenimento dal sicuro ritorno di pubblico…
Molto prima di Teo Mammucari e Giuseppe Cruciani, la telefonata a sorpresa con sberleffo incorporato ha costituito a lungo il pezzo forte degli spettacoli teatrali di Beppe…
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